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La settima onda (Alle sieben Wellen), Daniel Glattauer

Come promesso qualche mese fa, dopo aver recensito
“Le ho mai raccontato del vento del Nord”
, son riuscito a leggere anche il seguito, “La settima onda”, di cui vi propongo la recensione.

Ricapitolo velocemente cos’è successo nel libro precedente: a causa di un errore, la signorina Emmi Rothner invia una mail al signor Leo Leike. Tra i due si instaura una fitta corrispondenza, nutrita dalla curiosità che entrambi hanno nei confronti delle rispettive vite private. Leo ed Emmi diventano confidenti, si raccontano a vicenda i propri problemi, si confessano. Il tutto senza mai incontrarsi, però.

Tra i due si intromette, ad un certo punto, qualcuno e le cose precipitano (in bene o in male? Lascio a voi la curiosità di scoprirlo, se non l’avete ancora fatto!).
“La settima onda” riprende le cose dove le avevamo lasciate alla fine della prima parte (in inglese, i due libri di cui vi ho parlato sono stati etichettati “Love virtually” proprio per sottolineare che la relazione tra i due nasce in mezzo alle righe delle email): Leo ed Emmi, tra alterne vicende, riprenderanno a sentirsi e la situazione, in un modo o nell’altro, evolverà.

La farò molto breve: ho letto questo libro in due sere, quindi  direi che è scorrevole ed incuriosisce, anche se a tratti mi sono sentito un po’ impiccione, dato che si ficca il naso nelle conversazioni tra due persone. Forse però è proprio questa l’attrattiva principale del libro: anche se non mi aveva entusiasmato più di tanto, “Le ho mai raccontato del vento del Nord” aveva almeno introdotto l’innovazione di una storia tra due persone che nasce e si sviluppa interamente su internet, coinvolgendo non due adolescenti (cosa piuttosto diffusa, ormai) ma due giovani trentenni (cosa che invece si sente in giro molto meno).

“La settima onda”, comunque, rientra tra quei sequel di cui avremo potuto serenamente  fare a meno: Glattauer complica ancor di più la storia, che va avanti stancamente tra situazioni già viste e clichés di varia natura. Se volete leggere il libro e farmi sapere cosa ne pensate, vi suggerisco allora di non leggere lo “spazio spoiler” qui sotto (per i miei lettori che non hanno molta familiarità con l’inglese, fare spoiler significa raccontare la trama, svelandone i punti chiave). Altrimenti, andate pure avanti, ma non ditemi che non vi avevo avvertito. 😉
A presto con una nuova recensione, grazie per avermi letto!

Buona lettura!

 

 

SPAZIO SPOILER:

Alla fine de “Le ho mai raccontato del vento del Nord”, Leo ed Emmi decidono di incontrarsi a casa dell’uomo. Alla fine, però, la donna si tira indietro, insomma gli dà buca, e di tutta risposta Leo emigra a Boston, negli Stati Uniti. Difatti, il libro si conclude con una mail di “delivery failure”, insomma il messaggio che ci viene inviato in automatico quando sbagliamo a digitare l’indirizzo email del destinatario o l’indirizzo stesso è inesistente o è stato cancellato. Questo è il punto di partenza de “La settima onda”. Da qui in avanti, i due riprendono a sentirsi quando Emmi scrive a Leo ed egli, dopo qualche insistenza della donna, risponde. La storia passa attraverso fasi già viste nel primo libro, con la novità che i due si incontrano più di una volta, finiscono a letto insieme, si separano nuovamente e, alla fine della fiera, si mettono finalmente insieme. Purtroppo la storia langue, nel senso che, più o meno a metà, inizia a diventare un po’ pesante. Se Glattauer si fosse fermato col primo libro, secondo me, avrebbe prodotto una storia carina, godibile e senza il solito lieto fine. Con questo secondo libro, mi sembra quasi che abbia voluto inserire il lieto fine a forza.